Il Tecnopolo di Forlì-Cesena, insieme al Tecnopolo di Bologna e CRIT, in collaborazione con Clust-ER MECH e Clust-ER INNOVATE, ha promosso l’evento “Tecnologie critiche e space economy” tenutosi il 19 giugno 2025 presso il Centro Congressi del CNR a Bologna. L’iniziativa ha rappresentato un importante momento di confronto tra PMI, grandi imprese, centri di ricerca, istituzioni e attori internazionali del settore spaziale e aerospaziale, ponendo al centro il ruolo delle tecnologie ad alto impatto per la crescita industriale e l’autonomia strategica europea.
L’incontro ha permesso di evidenziare il contributo fondamentale che la Romagna – con le sue competenze in meccatronica, materiali avanzati, mobilità sostenibile e propulsione – può offrire alla filiera aerospaziale regionale ed europea, consolidando il posizionamento del Tecnopolo di Forlì-Cesena come hub di innovazione per le tecnologie applicate allo spazio.
Da filiera a ecosistema: l’esperienza di ANSER
Chiara Leonardi, R&D Manager di ANSER, ha presentato il consorzio come un modello innovativo di aggregazione: 28 imprese regionali, attive in ambito aeronautico e spaziale, collaborano per presentarsi con un’unica voce ai grandi committenti, affrontando anche progetti complessi su aeronautica avanzata e spazio. L’elemento distintivo? La fiducia tra soggetti anche concorrenti, che punta a costruire una proposta integrata orientata al mercato del downstream e della space economy.
Voyager Technologies e la sfida della nuova orbita
Mattia Pianorsi (Voyager Technologies Europe) ha delineato il contesto competitivo che si aprirà dopo la dismissione della ISS nel 2030. L’azienda partecipa al progetto Starlab, che, insieme ad altre iniziative private (Axiom, Blue Origin, SpaceX), punta a costruire nuove stazioni spaziali commerciali. In questo scenario, l’Europa – oggi priva di una stazione propria e di mezzi per inviare astronauti – deve passare dal ruolo di fornitore a quello di partner strategico. L’accordo tra Voyager/Airbus ed ESA è un primo passo in questa direzione.
Le PMI tra capitale umano e ostacoli strutturali
Secondo Pianorsi, molte startup e PMI italiane hanno ambizioni spaziali, ma si scontrano con la carenza di risorse e l’accesso difficile ai fondi. Il settore rimane chiuso e autoreferenziale, dove le opportunità circolano solo tra attori consolidati. La priorità? Investire nelle persone (competenze, formazione, know-how), e poi nella tecnologia.
Anche Giuliano Nicolini ha ribadito l’urgenza di trasformare la filiera in un ecosistema, superando le rigidità e favorendo l’ibridazione delle competenze. La competitività nasce dalla capacità di creare valore con logiche collaborative.
La strategia della Regione: dalla cooperazione all’identità
L’assessore Vincenzo Colla ha richiamato la trasformazione dell’aerospazio: da ambito militare e riservato a settore industriale e aperto. L’Emilia-Romagna ha colto questa transizione per costruire un’identità industriale spaziale, basata sul Tecnopolo di Bologna, la rete IRIDE, il supercomputer Leonardo, i centri CIRI, in particolare il CIRI Aerospace e CNR. Con il protocollo del 2021 con Ministero della Difesa e Aeronautica Militare, la Regione ha siglato un accordo con Axiom Space, partecipando alla missione Ax-3 e portando imprese come Barilla, Dallara, Technogym, GVM a testare in microgravità.
Colla ha sottolineato anche la necessità di fare un salto di scala e progettare insieme a Leonardo e Thales alenia space. L’obiettivo è costruire una filiera spaziale completa “Made in Italy”, evitando la dispersione delle competenze e attrarre così investimenti. Ho poi ricordato la centralità delle certificazioni nel settore aerospaziale per garantire qualità e competitività. A tale scopo, la Regione ha in cantiere nuovi bandi per supportare le imprese ottenimento di certificazioni di qualità e sicurezza.
Ricerca applicata e tecnologie emergenti
Paolo Tortora (Direttore del CIRI Aerospace, Università di Bologna) ha indicato due traiettorie tecnologiche centrali per il futuro: da un lato, aviazione sostenibile e mobilità urbana – entrambe spinte dall’elettrificazione e dall’automazione; dall’altro, l’ambito spaziale, dove lo sviluppo di sistemi di collision avoidance automatizzati è cruciale per la sicurezza in orbita. Ha inoltre sottolineato l’importanza della miniaturizzazione e del reperimento di risorse strategiche come il litio, suggerendo che in prospettiva gli asteroidi potrebbero diventare nuove fonti per materiali rari.
Andrea Zappettini (Direttore CNR-IMEM) ha posto l’attenzione sul ruolo abilitante dei materiali avanzati: soluzioni meccanicamente resistenti, sistemi sensoriali integrati, pannelli energetici leggeri e componenti per la manifattura in orbita. Ha ricordato che alcuni materiali, come quelli stampati in 3D nello spazio da risorse già presenti in orbita, quindi riciclate, potrebbero rivoluzionare non solo l’aerospazio, ma anche settori come il biomedicale e l’energia.
Downstream e dual use: la voce di Meeo
Marco Folegani ha definito il downstream come l’applicazione dei dati spaziali a supporto di settori terrestri. Agricoltura di precisione, gestione del rischio ambientale, ricostruzione post-conflitto sono solo alcune delle aree d’uso. La vera frontiera? Elaborare i dati direttamente a bordo dei satelliti (processing on board), riducendo tempi e costi.
STEP e il potenziale europeo
Gianluca Berghella (CRIT) ha presentato le opportunità offerte da STEP – Strategic Technologies for Europe Platform: oltre 3 miliardi di euro disponibili, ma vincolati da normative come il regime de minimis, una limitazione per le imprese e per il loro sviluppo. L’Italia rischia di perdere competitività se non costruisce progetti forti e collaborazioni interregionali, con regioni come Lazio, Piemonte o Campania.
Adriano Gilli (Regione Emilia-Romagna) ha ricordato il successo del primo bando STEP regionale (36 aziende, 38 milioni €) e ha annunciato un nuovo bando entro fine 2025. La Regione continuerà a sostenere le imprese nell’ottenimento di certificazioni, nodo critico emerso anche nel confronto con Leonardo Elicotteri.
L’evento ha confermato come la space economy non sia solo una sfida tecnologica, ma un’opportunità concreta per costruire un ecosistema regionale coeso, capace di attrarre investimenti, sviluppare competenze strategiche e generare valore per le imprese e il territorio. Il Tecnopolo di Forlì-Cesena continuerà a essere punto di riferimento per questo percorso.